di Diego Angelino – Una vittoria doverosa e necessaria, che non modifica però il contesto generale di una Roma che oscilla tra il triste e il malinconico.
Non sarà tutto esaurito ma lo stadio è comunque pieno: giovedì pomeriggio, col traffico della Capitale che attende il Giubileo, con la squadra che lascia poco all’immaginazione, è l’ennesima grande prova di un pubblico da sempre troppo buono.
Tutti aspettiamo Hummels dal 1′: altri 90′ in panchina, invece, per il tedesco. Che passa gli ultimi momenti del match a saltare sulla linea laterale, in un riscaldamento più proteso al farsi notare dall’allenatore che ad attivare effettivamente la muscolatura.
Primo tempo con la Dinamo che si difende e la Roma che non esce dal suo giropalla sterile, sebbene i reattivi Pisilli e Baldanzi provino a sfuggire al piattume della partita.
Proprio lo scambio tra i due trequartisti di serata, porta il numero 35 a procurarsi il rigore del vantaggio realizzato da Dovbyk, che risulterà anche il goal partita.
Dopo più di due mesi si rivede titolare Le Feé, sempre col tutore al ginocchio: qualche angolo ben battuto ma un ritmo basso e un involontario assist agli avversari che, per centimetri, non si trasforma in quello del goal del pari.
Angeliño è relativamente efficace nelle sue incursioni; Zalewski ci prova ma si contano praticamente solo le volte in cui sbatte sugli avversari, tranne in occasione di un bel cross successivo a un recupero sul fondo.
Anche Svilar ha una defaillance in uscita, dopo una buona parata nel primo tempo: Mykhailenko, di testa, non inquadra per fortuna la porta sguarnita.
Dybala, Pellegrini, Cristante, Shomurodov: entrano tutti bene in partita ma resta imperdonabile l’errore dell’attaccante uzbeko, che dopo una combinazione proprio tra Pellegrini e Dybala, calcia a lato solo davanti al portiere.
Avrebbe evitato qualche minuto di sofferenza finale e dato una mano alla differenza reti romanista: purtroppo, al netto dell’impegno, anche per errori così si spiega perché Dovbyk, almeno fino a gennaio, dovrà fare gli straordinari.
Esulta Juric per la sua prima vittoria europea ma, onestamente, la preoccupazione per la gara di Firenze non si è minimamente ridotta dopo le modalità del successo di ieri.
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